data: dal 22 maggio al 14 giugno 2014
luogo: showroom Insula delle Rose – viale del Risorgimento 96, Vicenza

dolp_dove osano le parole ha curato l’ufficio stampa ed il coordinamento editoriale del catalogo per il cliente Insula delle Rose.


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Questa piccola ma preziosa mostra (curata dall’arch. Ivano Vianello) offrirà l’occasione di ammirare rappresentativi oggetti, concepiti per l’ambiente Bagno da alcuni grandi maestri del Design.

La mostra si colloca nell’ambito degli appuntamenti culturali di Insula delle Rose, attività commerciale che si occupa di architetture del bagno, costantemente impegnata nel diffondere la cultura legata a questo ambiente, come dimostrano gli eventi Acqua_nell’architettura, nell’arte, nella musica e nei riti della religione cristiana(2007), Il profumo in Architettura (2011) e numerosi incontri con i designers.

Curata dall’architetto Ivano Vianello, presenta i primi esempi di un design pensato per il bagno a partire dagli anni Trenta (di Eileen Gray e Gio Ponti) anche se il vero e proprio inizio lo si può fissare negli anni Cinquanta quando – di pari passo con il crescere del benessere sociale ed economico – la maggior cura rivolta alla casa permise il fiorire di una progettazione rivolta ad uno spazio fino a quel momento confinato, che studia forme ed ergonomie in grado di donare ai sanitari ed ai loro accessori una ritrovata dignità.

La carrellata si apre con lo sgabello X600 – disegnato nel 1954 dall’architetto finlandese Alvar Aalto e prodotto da Artek – con le sue tre gambe in betulla naturale e laccate e la seduta disponibile sia impiallacciata in frassino sia foderata con pelle nera.

Prosegue con le ceramiche di Progetto Triennale di Gio Ponti e Alberto Rosselli, una composizione di mattonelle “quattro volte curve” presentate per la prima volta al pubblico nel 1960, alla Triennale di Milano. L’omaggio a Ponti si rinnova anche con il Lavabo Montecatini, originale nella sua forma che prevede il rubinetto distante dalle manopole per l’acqua calda e fredda, disegnato nel 1933 dal Maestro e messo in produzione dell’azienda Rapsel.

Nel 1965, il Design si fa morbido ma deciso con il Lavabo Shell di Antonia Campi.Parlando di lei, sempre Gio Ponti diceva “Sono stupito che fosse una tanto esile personcina a fare queste forme piene di moto, di energia e d’audace fantasia”. Il suo lavabo riprende le fattezze concave e chiare di una conchiglia di capasanta, mitile ermafrodita dalle straordinarie capacità di resistenza che sicuramente hanno positivamente colpito la designer.

Altra espressione degli anni Sessanta è Costa, mensola contenitore ad angolo disegnata da Enzo Mari. Disponibile in versione destra e sinistra, con possibilità di affiancamento, dimostra come il Design inizi ad interessarsi in quegli anni anche allo studio degli oggetti del bagno, e come l’idea di bagno si vada sempre più raffinando.

Verso gli anni Settanta, si fa forte anche l’influenza del Design nordico. Non poteva mancare quindi il rubinetto miscelatore Vola, del danese Arne Jacobsen. Verner Overgaard, proprietario della storica e innovativa azienda Vola, stava cercando un designer che potesse realizzare la sua idea di un nuovo prodotto rivoluzionario: un rubinetto con miscelatore montato a muro le cui parti meccaniche erano nascoste al suo interno, lasciando visibili solamente la manopola e la bocca. Lo trovò in Jacobsen, vincitore del premio per il progetto della Banca di Danimarca. I rubinetti Vola entrarono per la prima volta in produzione nel 1968 e raccolsero l’approvazione internazionale, con premi dal Museo d’Arte Moderna di New York, dal Kunstgewerbemuseum di Cologna e dal Museo d’Arte di Cincinatti.

Il minimalismo di quel tempo venne raccolto e raccontato da Paolo Tilche, in mostra con il suo Lavabo Concadel 1972. Il lavabo, prodotto da Ideal Standard, fa parte della serie di sanitari più diffusa in Europa, grazie alle loro forme fluide ed ergonomiche che disegnano bacini ampi, sempre gradevoli da utilizzare. Sempre di Tilche, sono proposti i sanitari XL, che con le loro forme allungate e sottili , contrapposte alle precedenti, sottolineano il passaggio del tempo e delle mode negli anni Novanta.

Ma torniamo agli anni Settanta, con il lavabo e vaso Linda, serie che rappresenta un limite estremo nella ricerca di purezza del design. Con questo disegno, Achille Castiglioni segna un punto di svolta nel concept del bagno contemporaneo. Il suo istinto innovatore porta una ventata di novità nei sanitari, ispirandosi a rigorosi studi fisico-anatomici che sfociano in una matrice compositiva geometrica declinabile a tutti gli elementi. Denominatore comune: la forma – ottenuta dalla fusione di due quarti di sfera con un parallelepipedo – e la comodità, garantita da proporzioni ben calibrate. La collezione venne premiata con il Compasso d’Oro.

Non poteva mancare in questa esposizione, il rubinetto Iperbole di Gae Aulenti, di forma semplice, un cilindro contenente la meccanica a dischi ceramici, da cui esce e sale, come un naturale prolungamento dei due tubetti che portano l’acqua dalla parete al rubinetto, una doppia canna ricurva con bocca a tromba. Il primo modello del rubinetto era, né più né meno, un pezzo da bricolage messo insieme con una cartuccia a dischi ceramici, due tubetti di rame e un po’ di cartone. Da questa triplice operazione, di analisi della struttura elementare di un rubinetto, di scrematura del superfluo e di riassemblaggio delle componenti essenziali, poteva uscire un prodotto morfologicamente interessante ma esteticamente discutibile. Il risultato, al contrario, è stato una felice combinazione di novità, originalità ed eleganza.

Chiude la mostra, anche se la apre da un punto di vista cronologico, l’opera di Eileen Gray del 1927. Come il dessert sta alla fine, proprio per il compito di esaltare, con la sua sola presenza, i passaggi precedenti.

Eileen Gray, autentica pioniera del design celebrata da tutti, Le Corbusier tra i primi, che di lei presentò il progetto per un “Centre de Loisirs” nel suo stupendo padiglione dell’Esprit Nouveau all’esposizione di Parigi nel 1937. La guerra distrusse le case e i mobili da lei disegnati, sparpagliò i progetti; i soli documenti rimasti a testimonianza della sua arte sono i mobili della casa parigina in cui ha abitato fino alla morte. Nello showroom di Insula delle Rose è esposto Castellar, specchio da parete con una parte sezionata girevole, disegnato dalla Gray per la sua casa estiva E1027.
Messo in produzione da ClassiCon, il telaio in acciaio cromato e lo specchio di cristallo lucido con bordi sfaccettati, ricordano come Gray abbia saputo coniugare l’estetica con la pratica come pochi designer hanno saputo fare. 

Durante la serata verrà messo a disposizione degli ospiti il catalogo della mostra (Pioneers in Bathroom Design, edizioni dolp_dove osano le parole, Vicenza, 2014).