cpv-dolp-dove-osano-le-paroleIl gruppo di studio Commerciale e Marketing del Centro Produttività Veneto – di cui è consigliere Martina Rini – ha organizzato una conferenza sull’importanza dei mercati esteri per le aziende del NordEst.

La ricetta per sopravvivere al mercato in tempo di crisi, per le aziende, deve avere tre ingredienti-base: internazionalizzazione, innovazione, aggregazione.
«Internazionalizzazione e innovazione sono due elementi correlati, che vanno di pari passo», dice Daniele Marini, docente all´Università di Padova e direttore della “Fondazione Nordest”. Marini, assieme al professore dell´ateneo di Verona, Andrea Beretta Zanoni, al presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, è intervenuto ieri al convegno organizzato dal Centro produttività veneto diretto da Antonio Girardi e aperto dall´intervento di Elena Zambonin (presidente del gruppo di studio commerciale e marketing del Cpv). Il titolo: “Andamento congiunturale con particolare riguardo alle prospettive economiche del 2013”.
«Il problema – riprende Daniele Marini – è che anche qui, nel nordest le imprese stanno riducendo gli investimenti legati all´innovazione. Poi c´è il tema del credito: il punto non è tanto il credit crunch quanto la selettività sempre più alta per ottenere i finanziamenti». E allora il risultato è che «anche per i prossimi tre mesi le prospettive non sono positive. La tanto auspicata luce in fondo al tunnel non è così chiara e l´unica certezza che abbiamo è l´incertezza nella quale ci stiamo muovendo», aggiunge Daniele Marini.
E ad aumentare le difficoltà nel “fare impresa”, come sottolinea il presidente degli industriali berici, si sommano i tempi della giustizia, la burocrazia sempre più asfissiante, le tasse che si moltiplicano e il costo (più caro rispetto agli altri paesi europei) dell´energia.
«Non potessimo contare sull´export – afferma Giuseppe Zigliotto – dovremmo appendere un bel cartello con scritto: Paese in fallimento».
Poi, riguardo al territorio e alla voglia di resistere, comunque, su un mercato sempre più competitivo, il presidente di Confindustria Vicenza osserva: «Quest´area è stata appesantita da vincoli di ogni genere. E anche l´Europa ci ha costretti a rimanere all´interno di argini sempre più stretti. Il fatto è che il mondo è cambiato, ma il sistema-Italia non sembra proprio essersene accorto. E in questo scenario il 2013 che sta arrivando, se non invertiamo rapidamente la rotta, fa paura. Anche perché la crescita non può avvenire solo con le politiche legate all´austerity. Dobbiamo riuscire ad aumentare la produttività».
E che le ombre allungate sul sistema economico-imprenditoriale siano più numerose e intense delle luci, lo testimonia anche la relazione di Andrea Beretta Zanoni: «C´è l´assoluta necessità di varare un´azione per liberare risorse da immettere in circolazione nel Paese simile a quella effettuata nel secondo dopoguerra».
«All´interno di questo scenario non certo positivo – continua il docente dell´Università di Verona – si inserisce un segnale inatteso: la riscoperta del manifatturiero. È una novità a livello europeo che nel nostro Paese dovrebbe portare però a processi produttivi con livelli tecnologici di valore più alto sia per quanto concerne la ricerca, sia per i servizi; cosa che invece attualmente non sta ancora avvenendo».
Intanto, guardando all´anno che sta per arrivare, la fiducia degli imprenditori su un´imminente uscita dalla crisi economica, è ancora estremamente bassa.
«Oltre la metà dei proprietari d´azienda dicono che la crisi durerà oltre l´anno e mezzo – spiega Daniele Marini – E purtroppo a conferma di questo ci sono le cifre. Tra la fine del 2011 e il 2012 tutti gli indicatori continuano a decrescere con un´unica eccezione: le vendite all´estero».
E allora si torna alla ricetta di partenza, per resistere il percorso è obbligato: bisogna aprirsi ai mercati esteri, innovare e aggregarsi.